Nel Gargano Tour che mi sono concesso qualche settimana fa, non potevo non passare nel bel mezzo del Parco Nazionale del Gargano dove vi è la riserva naturale protetta che prende il nome di Foresta Umbra dal latino umbra cioè ombrosa, cupa.

La Foresta Umbra si trova proprio nel cuore del Parco Nazionale del Gargano e raggiunge un altitudine di circa 800mt slm, può esser percorsa partendo da più punti, io ho scelto di raggiungerla partendo da Peschici per poi giungere nella perla della Gargano ovvero la magnifica Vieste.

Mettiamo subito in chiaro che questo articolo e sopratutto questo percorso non esaltano il piacere di guida da MotoGP Mode ON, di quelli da botte di adrenalina curva dopo curva direttamente sparate in vena che il viagra ti fa na pippa, no, questo articolo e questo percorso hanno lo scopo di evidenziare come spesso strade non proprio al meglio possano ugualmente regalare delle forti emozioni, toccando corde diverse, ma che lasciano ugualmente il segno nel vostro cuore.
Ad evidenziare quanto detto sono le strade SP258 e SP52bis che si inoltrano nella Foresta Umbra e che francamente non sono il massimo, l’asfalto spesso lascia a desiderare e molte zone sono umide sporche e scivolose complice la fitta vegetazione e l’ombra perenne.
Ma proprio questi tratti dove la vegetazione stravince sull’uomo vale davvero la pena percorrerli e goderseli in ogni suo splendore. Quella lingua d’asfalto che la natura ci ha concesso seppur stretta, umida e malconcia, come Caronte, ha il solo compito di traghettare, portandovi in uno dei posti più belli che i vostri occhi potranno assistere.

Dunque lasciata Peschici si percorre la SS89 dir. Rodi Garganico per una manciata di km fino a quando ci si trova a svoltar a sx dir. Foresta Umbra/Vico del Gargano immettendosi nella SP144. La SP dura poco e lascia spazio alla SS528 iniziando così a salire di quota.
Qui le strade non risentono ancora dell’ombra costante della fitta vegetazione ma nonostante ciò non regalano un buon grip, km dopo km, tra costoni di roccia, vallate e diversi capi di bestiame al pascolo, la costa è il colore azzurro del mare cristallino lasciano la scena ad un panorama più montanaro fino ad entrare nel cuore della Foresta Umbra.
Entrato nel pieno della Foresta la mia vista viene travolta da uno scenario che difficilmente scorderò, metto a tacere ai lati della strada il bestione e lasciati guanti e casco sul serbatoio, mi appoggio ad una staccionata e in un istante divento ospite d’onore di una magnifica opera nel più bel teatro esistente. Il rumore delle foglie mosse dal vento e i canti degli uccelli e delle cicale mi regalano una musica a cui non sono affatto abituato. Qui il sole non ha scampo, i sui raggi sono preda delle verdissime foglie degli alberi in primavera che filtrandoli rendono la visuale magicamente dal tono verdastro. Gli alberi secolari ai lati della carreggiara si ergono altissimi formando sopra la mia testa un vero e proprio cappello verde. Tonnellate di foglie secche dell’inverno passato in uno stato avanzato di decomposizione e pronte a divenir concime, giacciono ammucchiate sul ciglio della strada e su gran parte della terra.
L’odore di terra umida mista a foglie secche e di quelle vive e verdi è forte ed inconfondibile, l’aria frizzante, pulita e dannatamente leggera mi mette al riparo da una tipica giornata estiva, e tutto è dannatamente emozionante.
Pago di ciò che i miei sensi hanno vissuto, mi rivesto e raggiungo il resto del gruppo.
Prima di lasciare il cuore della Foresta durante il tragitto mi fanno visita una bel maiale di oltre 100kg, un capriolo e una comitiva di mucche un po in sovrappeso che incuranti del codice della strada occupavano gran parte della carreggiata.
Un esperienza unica, magica che consiglio di vivere nonostante le strade non siano perfette.
Salutata la Foresta Umbra ho puntato verso Vieste per un aperitivo fugace con gli altri tre amici di viaggio.

RISTORO
Al Trabucco, un ristorante che sorge su un trabucco, uno degli ultimi ancora funzionante dove si mangia per lo più il pescato del giorno.
Oltre al cibo siquisitamente buono ed una carta del vino niente male, l’atmosfera che regala questo ristorantino ubicato su una scogliera al tramonto è unica.
Il Mago della paposcia in Vico del Gargano. La paposcia non è altro che un saltimbocca, la differenza sostanziale è la pasta del pane, a mio avviso più pesante rispetto a quella del panuozzo. Buono ma non eccezionale e prezzi modici.

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